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STABILIZZARE IL RICONOSCIMENTO (2) - Adyashanti


(Continuazione)

Questa fase del risveglio richiede onestà radicale, la volontà di guardare realmente come noi ci ‘disilluminiamo’, come ci riportiamo dentro al campo di gravitazione dello stato di sogno. Come insegnante spirituale far arrivare le persone a questo stato di onestà o  suggerire che ci arrivino può essere molto difficile perché nella struttura egoica c’è una forte tendenza a cominciare ad usare un momento dove si percepisce la realtà come una ragione per nascondersi da tutte le proprie divisioni interiori.

E’ molto frequente per le persone che vengono da me, e che hanno avuto una qualche visione della realtà più profonda, quando comincio a suggerire alcune delle cose di cui sto parlando prendono a dire “ma non c’è nessuno per poterlo fare, non c’è nessuna persona qui, l’ego e la persona sono un’illusione quindi non c’è veramente nessuno nemmeno per guardare dentro, non c’è realmente niente da fare, nella percezione dal risveglio non c’è nessun problema neanche quando le cose sono totalmente incasinate, e se percepisci le cose come se ci fosse qualcosa da fare sei in uno stato di illusione”.
E’ difficile aiutare questo genere di persona ad andare oltre questa fase. E’ uno dei veri pericoli del risveglio, l’afferrarci a una visione del risveglio limitata a un solo punto di vista  e negare qualunque altra cosa. Non appena ci aggrappiamo a qualunque punto di vista diventiamo ciechi a qualunque altra cosa.

E’ l’ego che si fissa nel punto di vista assoluto per usarlo come scusa per ignorare comportamenti molto disilluminati, configurazioni di pensiero molto disilluminate, stati emozionali molto disilluminati o divisi. Per questo dico che questa parte particolare del viaggio è la volontà, la sincerità di essere veramente, veramente onesti con se stessi.

Certamente c’è la visione assoluta. Ciò che è risvegliato sempre viene, sempre si muove verso quello che non è risvegliato, quello che è risvegliato non ha nessuna paura di quello che non è risvegliato.
Chi è risvegliato non percepisce l’illusione o lo stato di sogno come separato o altro da sé. Vede che ogni cosa è se stesso, egualmente se stesso, ma contemporaneamente, in  modo molto sottile insita nella verità del nostro stesso essere, c’è un movimento intrinseco verso la liberazione da ogni limitazione, da ogni senso di confinamento, la liberazione da odio, ignoranza e bramosia, la liberazione di se stesso dallo stato di sogno.
In questa la prospettiva la verità del nostro essere non è completamente contenta fino a che non si è liberata dalle sue incomprensioni, dalle sue fissazioni, dalle sue illusioni. E per lasciare che questo accada, come essere umano, come l’apparenza di un essere umano, dobbiamo anche vedere qui e ora che cosa in me può andare nella divisione, che cosa in me può andare nell’odio, nell’ignoranza, nella bramosia. Che cosa in me mi fa sentire diviso, isolato, mi fa entrare in uno stato di sofferenza?. Dove sono quelle parti in noi che sono meno che illuminate? Ciò che in noi è illuminato è compassionevole, la sua natura è di amore indiviso e senza condizioni e quindi non si muove via da ciò che non è risvegliato, ma si muove verso di esso. Quello in noi che è risvegliato non si allontana dalle nostre contraddizioni,  da pensieri, da fissazioni, dal dolore, ma all’opposto si muove verso di loro.

Per questo così tanti esseri nei secoli, gli esseri pienamente illuminati,  proclamano e puoi sentire nella loro energia che sanno che in definitiva tutto va bene ed è buono anche se appare che le cose siano un casino, tutto va bene, anche il casino va bene. Ma questi stessi esseri che percepiscono unità totale, che non percepiscono nessun bisogno di cambiare nulla o nessuno, che vedono che ogni cosa è divina e perfetta così com’è, sono spesso quelli stessi che si occupano di quelli che soffrono, quelli che non percepiscono la verità, quelli che non percepiscono la realtà.
Come mai lo fanno? Se tutto è perfetto così com’è, se nulla deve cambiare, se tutto è santo e divino esattamente così com’è, se tutto va bene anche quando non va bene, se è questo che realizzano perché dedicano le loro vite al benessere degli altri? Perché ne vale la pena?

Io suggerisco che queste persone senza negare il punto di vista dell’assoluto, sono aperti a percepire qualcosa di più, sono aperti a percepire l’intrinseca compassione della realtà stessa. Certamente non è coinvolta, certamente non va in conflitto o si arrabbia di nulla, ma anche inerente alla sua natura c’è amore incondizionato, compassione incondizionata. E’ nel processo di risvegliare tutta se stessa a se stessa.

Questo approccio è molto diverso da quello terapeutico, non è un entrare in se stessi e cercare di aggiustare tutto per poter essere felici, che è dalla prospettiva dello stato di sogno, ma quello di cui parlo ha un motivazione totalmente diversa.
E’ nella natura intrinseca della realtà risvegliare tutto di sé a se stessa, è la sua natura, è quello che sta facendo. E dentro di te, dentro ad ognuno di noi, è quello che sta accadendo, è la realtà che sta risvegliando tutto di sé a se stessa, e tutto nella nostra struttura umana verrà scoperto.

C’è la necessità di uscire completamente allo scoperto su qualunque cosa. La gente mi chiede: “Adya che cosa intendi, che cosa devo fare?” Comincia con qualcosa di molto semplice: smetti di evitare qualunque cosa, qualunque cosa! Qualunque cosa che sia irrisolta in te, girati, affrontala, guardala, smetti di evitarla, smetti di girarti da un’altra parte, smetti di usare un momento di risveglio come un mezzo per non affrontare qualcosa che in te possa essere meno che risvegliato. Comincia ad affrontarlo, comincia a vederlo, e con la semplice disponibilità a vedere te stesso, nella semplice verità e sincerità, la verità comincia a rivelarsi a noi stessi. Non è necessariamente un’impresa tecnicamente orientata, la tecnica è la sincerità, dobbiamo veramente volere la verità.
Dobbiamo volere la verità persino di più di quanto vogliamo fare esperienza della verità e questa sincerità non è un qualcosa che possiamo imporre, è qualcosa che è intrinseca alla realtà stessa. C’è una sincerità radicale nell’auto onestà e semplicità. Per alcuni può essere difficile contattarla, può arrivare come una sorpresa che si possa avere un’intuizione sorprendente della vera natura delle cose e che poi quando ritorniamo nel campo di gravitazione della dualità torniamo in una percezione di corpo mente che può essere ancora piena di conflitti, sorprendente sia per noi che per quelli attorno a noi, che in un momento una simile persona possa essere straordinariamente saggia e che nel momento successivo possa essere straordinariamente delusa. Questo crea confusione e porta alcuni a dubitare della natura stessa del risveglio.
Ma la realtà è che possiamo avere una realizzazione profonda della nostra vera natura e nel contempo, a livello umano, essere ancora molto delusi e conflittuali in varie parti della nostra vita. E la sincerità è di non girarci più via ma affrontare le parti di noi in cui percepiamo che c’è ancora qualcosa di non risvegliato, di conflittuale, di diviso.
Dall’intensivo “The end of your world”

Commento: la tua anima è la tua medicina e agisce attraverso l’amore incondizionato. Ogni incontro negativo è una occasione di guarigione. Davanti a una esperienza negativa, riconosci che la stai tenendo in vita tu stesso. Come suggerisce il metodo Ho’oponopono “chiedi scusa” e “porta il tuo amore” – ogni volta, e osserva il cambiamento. Aspettati che con il tuo Risveglio questo processo possa essere ancora più intenso e accelerato.