(…)
26. “Io
non sono. Io non sarò.
Io non
ho. Io non avrò.”
Questo spaventa tutti gli sciocchi
ed estingue la paura nel saggio.
27. Colui che parlò solo per aiutare gli esseri
disse che tutti gli esseri
sono
sorti dalla concezione dell’io
e sono
avviluppati dalla concezione del mio.
28. “L’io esiste, il mio esiste.”
Come (concezioni) ultime, queste sono errate,
poichè i due non sono [stabiliti]
da una totale coscienza della realtà come è.
29. Gli aggregati (le cose) fisici e mentali
sorgono
da una concezione dell’io che di fatto è falsa.
Come
potrebbe essere vero
ciò che
è cresciuto da un seme falso?
30. Avendo in tal modo visto gli aggregati
come non veri,
la concezione dell’io è abbandonata,
e abbandonando la concezione dell’io
gli aggregati non sorgono più.
31. Proprio come si dice
che il vedere l’immagine della propria faccia
dipende dallo specchio
ma [come faccia riflessa] non esiste in realtà,
32. così la concezione dell’io esiste
dipendendo dagli aggregati (dalle cose),
ma, come l’immagine della propria faccia,
non esiste affatto in modo reale.
33. Proprio come senza dipendere da uno
specchio
non si può vedere l’immagine della propria
faccia,
così pure la concezione dell’io non esiste
senza dipendere dagli aggregati.
35. Fino a quando si concepiscono gli aggregati
esiste di conseguenza la concezione dell’io.
Inoltre, quando
esiste la concezione dell’io
c’è
azione e collegata ad essa c’è anche la nascita.
(….)
42. cd. L’estinzione della concezione errata
di cose e non cose è chiamata nirvana.
(….)
45. Poichè l’esistenza e la non esistenza
sono estinte dalla saggezza,
c’è un passaggio oltre le azioni meritorie e
quelle cattive.
(….)
105. Così, questo mondo in senso ultimo
è al di là di verità e falsità.
Perciò il Conquistatore non asserisce
che esso esiste realmente o non (esiste).
106. [Sapendo che] questi in tutti i modi non
esistono,
come potrebbe il Conoscitore di Tutto dire
che essi hanno limiti o non [li hanno],
o che li hanno entrambi o nessuno?
(….)
113. così il mondo simile a un’illusione,
essendo
solo una confusione della coscienza,
non viene da alcuna parte, né va in alcuna
parte, né persiste realmente.
114. Perciò ha una natura al di là dei tre
tempi.
All’infuori dell’imputazione di una convenzione,
che mondo c’è di fatto
Che esista o non esista?
115. Per
questa ragione il Buddha,
eccetto
il restare in silenzio, nulla disse
riguardo al quadruplice formato: avere o
non avere un limite, entrambi o nessuno dei
due.
118. Realizzando che, a causa della sua
profondità,
questa dottrina è difficile da comprendere
per gli esseri,
il Conquistatore, essendosi illuminato,
in un primo tempo si astenne dall’ insegnare
la dottrina.
(….)
124. Se
questa dottrina non è compresa nella sua interezza,
prevale
la concezione di un io,
quindi
arrivano le azioni virtuose e non virtuose,
che
danno origine alle buone e cattive rinascite.
125. Perciò, fino a quando non è conosciuta
la dottrina che rimuove la concezione
dell’Io,
presta attenzione alle pratiche
del dare, all’etica e alla pazienza.
(….)