Non
è impossibe fare esperienza delle emozioni di sofferenza nello stato di
Consapevolezza ma queste si rilasciano al loro stesso insorgere, come
bolle d’aria che sorgono dal profondo dell’acqua e scoppiano quando
raggiungono la superficie. Allo stesso modo molte tracce di energia
mentale possono sorgere dalle profondità subconscie della mente ma “scoppiano”, o si rilasciano, quando affiorano alla superficie della coscienza.
Questo accade perché non c’è più un pensiero “io” centrale che possa congelarle e reificarle al loro insorgere. Il pensiero “io” ha perso il suo posto centrale nella coscienza ed è stato sostituito dalla presenza della nuda Consapevolezza che relega il pensiero “io” a una posizione periferica nell’essere - solo un altro pensiero che sorge tra tutti gli altri.
Quando l’”io” si muove alla periferia dell’esperienza mentale che cosa rimane di cui soffrire? Le energie mentali karmiche continuano a manifestarsi e a venire rilasciate fino a che non sono completamente esaurite. Questo è il quarto livello finale nello Dzogchen detto “l’esaurimento di tutti i fenomeni”. A questo punto il corpo fisico si dissolve e scompare rivelando il Corpo di Luce, mentre le cause karmiche che lo fanno apparire (il corpo fisico) vengono rilasciate o “esaurite”.
Il metodo è di osservare semplicemente, nudamente (senza concettualizzazioni, N.d.T.)
ogni manifestarsi, senza giudizio, incluso il senso che ci sia un
“osservatore”, e senza il coinvolgersi nelle manifestazioni mentali.
Nota come tutto il manifestarsi alla fine venga rilasciato al suo
apparire nella coscienza. Tutte le manifestazioni sono in sé flash
impermanenti di coscienza che compaiono come pensieri, emozioni,
sentimenti, identità e percezioni che poi si dissolvono nella coscienza
da cui sono uscite.
Quando non vengono osservate con attenzione si coagulano in “storie”.
La rapidità e l’intensità dei flash degli eventi mentali determina il
grado di trance di assorbimento nelle storie. E’ il pensiero “me” che
viene energizzato e assorbito nelle storie come un gioco di
soggettività, non la Consapevolezza. Così osserva questo senso del “me”
con consapevolezza nuda e verrà rilasciato.
Indipendentemente
dall’intensità delle apparenze osserva in modo nudo. Col maturare di
questa capacità di osservare in modo non giudicante (e
non concettuale: è importante aggiungere anche il non concettuale
perché il giudizio è solo una parte della concettualità, N.d.T.)
verrà rivelato, naturalmente e organicamente, che la Consapevolezza non
duale o Essere è il vero centro e la vera natura della Coscienza.
Jackson
Peterson è un praticante e insegnante di buddismo Dzogchen ed anche un
ricercatore eclettico di altri misticismi sul tema del Corpo di Luce. Ha
almeno tre diversi gruppi di discussione su yahoo uno sulla teoria, e
uno sulla pratica dello Dzogchen e uno più generale:dzogchenpractice,
dzogchencourses, way-of-light. Marifa
Commento: la Consapevolezza, con la pratica, sorge
sempre più facilmente perché diventa naturale trovare e ritrovare la
strada del risveglio. Ogni sofferenza, con la sua carica energetica
congelata, allora
diventa un “regalo” capace di sciogliersi come neve al sole. La mente
non è tua nemica – soltanto, è piena di cattive (inconsapevoli)
abitudini auto-rinforzanti. Come ricorda Sai Baba con un detto telugu:
“semina un pensiero e avrai un’azione; semina un azione e avrai
un’abitudine; semina un’abitudine e avrai un carattere; semina un
carattere e avrai un destino”. Tu stesso puoi aiutarti: è comunque e
sempre il divino ad agire attraverso di te. D.