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LA NATURA DI CIO' CHE E' - Greg Goode

(...) E in tutto questo c'è qualcosa che non compare o scompare. Questo è l'essenza del tuo Sé, la consapevolezza testimoniante a cui appaiono tutte le cose che vanno e vengono.
Non è personale, non è incarnato, e non è un qualcosa che compare. E' l'invisibile che vede tutto quello che appare. L'immutabile sul cui sfondo appare il cambiamento.
Non può venire visto perchè è quello che vede.
Un'altra parola per questo è pace, perchè è immobile e silenzioso....Viene anche chiamato amore perchè permette e abbraccia tutto quello che viene.

E' qui e ora e per sempre. E' il senza tempo. E' il tuo stesso Sé. Non è tanto una visione quanto il risultato di un cambiamento gestaltico (energetico NdT).
E' il risultato dell'esaminare la natura dell'esperienza del cercare oggetti, sostanze e relazioni esistenti indipendentemente e del non trovare nulla di indipendente.

Il Testimone.
Fammi dire alcune parole sul testimone. E' principalmente il risultato del realizzare profondamente che non c'è nient'altro che Coscienza.
Nella vita quotidiana sembra che le cose esistano indipendentemente dalla Coscienza. Ma l'investigazione del cercare le prove di questa indipendenza fallisce.
 Per "indipendenza" intendo "esistenti al di fuori della Coscienza".
Quando si comincia questa indagine la nozione di "esistenza indipendente" è una delle ipotesi più basilari. Ci consideriamo un qualche genere di complesso corpo/mente esistente indipendentemente in un mondo di altri corpi/mente e di altri oggetti concreti o invisibili.
Ma l'indagine mostra che nessuna forma di esperienza conferma l'ipotesi di indipendenza. I sensi non indicano nulla di veramente indipendente o veramente esterno a se stessi.
Piuttosto la sensazione è intima e immediata. Gli oggetti ipotetici di sensazioni, tipo colori, suoni, aromi, consistenza e sapori vengono direttamente sperimentati come se accadessero a "distanza zero" e quindi inseparabili dal sentire stesso.
E il sentire è inseparabile dalla Coscienza (del sentire). Tutta l'esperienza accade inseparabilmente dalla Coscienza. Di fatto, esperienza non è che un'altra parola per Coscienza. 
Non solo le sensazioni ma anche il mondo dei pensieri, sentimenti e intuizioni. Quando uno guarda gli alberi o la trigonometria, le particelle o i pianeti, tutto viene sperimentato come inseparabile dalla Coscienza.
Di fatto anche la nozione di "canali" di esperienza distinti tra loro non viene verificata. E' solo un pensiero che dice che un colore è diverso da un suono.
Non vengono già auto-identificati o etichettati. Fuori dal pensiero che sostiene che sono diversi non hanno nulla che li renda tali. Così la nozione che ci siano cose separate come macchine e edifici, numeri e logiche, cause ed effetti, svanisce.
Queste "cose" non possono realmente essere "cose" a meno che non abbiano la propria essenza separata, indipendente e predefinita, senza dipendere dalla Coscienza.
E questo include il corpo e il senso di essere incarnato. Il senso di essere "qui" o "dentro" o "bloccato" nel corpo, se mai si manifesta, è solo un'altra apparizione che appare alla Coscienza testimoniante.
E, dopo un po', poichè il senso di incarnazione cessa di giocare il ruolo che giocava prima, si allenta sempre di più fino a non accadere più. Sembra che ci sia ancora una successione di apparizioni ma non sembrano più in alcun modo separate dalla Coscienza. Non sembrano essere fatte di altro che di Coscienza, e non sembra che portino con loro alcuna identità precodificata.
Non sembra che ci siano altre apparizioni non viste o apparizioni che accadano da qualche altra parte.  

Questo testimone ha molti deboli aspetti di dualità che lo caratterizzano. Una di queste sembra essere l'apparire di cose. Questo. Questo. Questo.
L'altro debole aspetto dualistico sembra essere una leggera differenza tra l'apparire e la Coscienza testimoniante a cui appare. Ma queste sono entrambi aspetti innocui. Non sono in alcun modo dannosi o spiacevoli. Se andassero avanti per sempre sarebbe la cosa più bella.

Questo testimoniare è molto dolce. Non sente come se fosse "mio" o come se "sta accadendo a me". Inoltre non si sente vulnerabile o precario. Non sembra che possa venire disturbato o ribaltato da nessun apparire. Non è dipendente da particolari qualità dell'apparire. Non richiede nemmeno una particolare vigilanza per mantenerlo.
Non c'è nessuna sensazione che uno stia per caderne fuori per ritornare indietro al vecchio senso di incarnazione in un mondo oggettivo.
 

La sensazione di "cadere in avanti".
Se mai c'è un qualche "cadere" è un "cadere in avanti" nella consapevolezza pura, che manca del senso che ci siano delle cose che appaiono (coscienza senza oggetto- D.).
E' come luce, ma non luce che brilla o che illumini alcunché. Non sembra che ci sia nessun apparire, dimorare o scomparire. Non sembra che ci sia alcun andare o venire. Non sembra che l'esperienza scorra o si muova a onde. Non sembra che ci sia alcuna soluzione di continuità. Non sembra che ci sia nulla che possa sorgere o nulla che possa sorgere "da" o "dentro a".
L'apparenza che caratterizzava il testimone è scomparsa col cadere nella coscienza pura, radiosa, aperta, limpida, brillante e immobile, con nulla che manca.
Così, in questo senso, la struttura del testimone è provvisoria perchè viene negata nel dissolversi nella Coscienza  senza testimone o nella coscienza senza oggetti.
E questa non ricade più nel testimone come il testimone non ricade più nell'incarnazione o l'incarnazione ricade nel grembo materno.

Commento: un interessante processo di inquiry, passo per passo, che focalizza la Verità di chi sei fino al limite a cui ti possono portare le parole. Ma ricorda con Rumi: "se ne hai fatto esperienza, cosa servono le prove e se non ne hai già fatto l'esperienza..cosa servono le prove?"